Divani, poltrone e tavolini trasparenti: i consigli di Nora - Weandart
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Divani, poltrone e tavolini trasparenti: i consigli di Nora

Brutta faccenda la frequentazione, anche saltuaria, di un architetto.
Non c’è niente da fare. Che vi troviate nel suo studio (temerari!) o al bar insieme davanti a un cappuccino o, peggio ancora, rilassati in spiaggia sotto l’ombrellone, lui / lei, pian piano, carpendovi maliziosamente alcune informazioni, non farà che insinuarvi dubbi sull’organizzazione della vostra casa, sul suo stile, sulla sua funzionalità.
Tutto il processo sarà apparentemente piacevole – due chiacchiere informali che vi vedono protagonisti – mentre qualcosa, incontrollato, inizierà a muoversi nel profondo della vostra coscienza e, a sera, al rientro a casa, nulla vi piacerà più: poco cool, poco di tendenza, molto impolverato, molto disordinato.
Per esempio: ora. Leggete incauti queste poche righe e, se io non avessi l’onestà di rivelarvi di essere proprio lui – o meglio lei, il nemico, l’architetto – potreste pensare di essere al sicuro e di leggere qualcosa di poco impegnativo sul design, sul plexiglass, sui tavolini da soggiorno.

tavolino da salotto moderno in plexiglass
Vi sbagliate di grosso. E ora che siete caduti nella mia trappola, mi prendo anche la libertà di abbandonare il mio consueto fare sibillino e di dirvi, trasparente (parliamo di plexiglass, dopotutto), qual è la mia missione di oggi: aiutarvi a mettere su un angolo relax / conversazione come si deve all’interno delle vostre amate quattro mura.
Ve lo dico con brutalità: non sono perfette. E non lo è neanche il vostro soggiorno.
Se, dopo aver letto, non pretendo che buttiate dalla finestra il vostro vecchio divano insieme al tavolino in radica della nonna, spero almeno che vi venga in testa qualche ideuzza per rivoluzionare la loro collocazione e ricomporli in un insieme più soddisfacente, pratico e – perchè no – anche bello.
Anche per aggiungere un tocco di trasparenza, magari. Che ne dite? Partiamo?
Gli ingredienti della ricetta di design di oggi sono:
– un divano;
– una poltrona;
– un tavolino trasparente.
Il vostro tocco personale potrà essere una lampada, ma non so se avremo tempo e spazio per parlarne. Forse sarà il caso di rimandare a un’altra volta.
Facciamo che, per variare la ricetta, per ciascun ingrediente vi do la possibilità di scegliere tra tre alternative.
Quasi sussulto per questo mio impeto di generosità che – ve lo assicuro – non mi è proprio.
Ma non ci conosciamo ed è giusto che vi faccia delle concessioni, seppur minime.
Non vi ci abituate.
Leggo divano, comunque, e non può che venirmi in mente Berto Salotti.
Frugo nel suo vasto catalogo online e non tardo a trovare quello che cerco: un tipo maschile, classico senza tempo (Kent), uno più attuale, ampio e pulito (Casablanca) e, infine, un divano sul quale tutti, almeno una volta, siamo stati comodamente accoccolati (College).
Messo a punto il primo assortimento di ingredienti, passo al secondo.
Poltrona = LAGO.
Ho l’imbarazzo della scelta, soprattutto se – come oggi – voglio qualcosa di informale, modulare, colorato, versatile; qualcosa che non disdegni, al bisogno, di farsi futon (Chama) o comodino (Huggy) o di accompagnarsi volentieri ai suoi simili per creare combinazioni inaspettate (Air).
Ultimo ma non ultimo, l’ingrediente che fa andare tutti d’accordo: il plexiglass, funzionale, trasparente, leggero, discreto ma non troppo.
In questa ricetta di design prende la forma del tavolino, complemento evergreen di ogni angolo  relax/ conversazione degno di questo nome.
C’è da fronteggiare, sostanzialmente, una questione di misure: tavolino taglia small (un cubo di 40 cm di lato), uno taglia medium (70 x 30 x 40 cm) oppure un tavolino large (100 x 59 x 40 cm)?
Se la cosa vi sembra complicata, allora forse è meglio che non vi sveli quanto so su Designtrasparente.
O forse sì; dopotutto non posso continuare a lungo con questo mio atteggiamento disponibile e rassicurante.
E voi?
Vi è venuta voglia di rivoluzionare il vostro soggiorno?
Articolo curato da: Nora | design outfit
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